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Perché gli editori indipendenti americani stanno aprendo le proprie librerie

Jon Sealy BIGSUR, Editoria, Reportage

Negli Stati Uniti una serie di piccoli editori indipendenti, da Milkweed Editions a Curbside Splendor, stanno cercando di superare le strettoie del mercato librario tradizionale aprendo dei propri punti vendita al dettaglio. L’autore Jon Sealy ci spiega i perché di questo nuovo fenomeno. L’articolo è originariamente uscito per Literary Hub, che ringraziamo.

di Jon Sealy
traduzione di Tessa Bernardi

Qualche settimana fa Milkweed Editions, casa editrice affermata da tempo, ha annunciato l’apertura di una libreria indipendente a Minneapolis. Poco dopo, Curbside Splendor, un piccolo editore di Chicago relativamente giovane, ha annunciato di voler aprire una libreria nel South Loop di Chicago.

Un numero sempre maggiore di editori indipendenti si stanno improvvisamente lanciando nel settore della vendita al dettaglio, trasformandosi, a livello locale, in centri culturali polivalenti, che oltre alla possibilità di curiosare fra gli scaffali offrono un ampio programma di eventi letterari. Alcuni vedono nella vendita al dettaglio un’opportunità per attirare più clienti e sostenitori, altri la ritengono un’importante fonte di guadagno per finanziare le pubblicazioni. A detta di tutti, è un modo di adempiere alla propria missione di cuore letterario delle rispettive comunità.

Nel 2008, Melville House Publishing si è trasferita a Brooklyn e ha aperto una libreria dove vendere i propri libri e ospitare eventi per altri piccoli editori locali. Due anni dopo, Hub City Press (che ha pubblicato il mio primo romanzo) ha aperto una libreria e uno spazio eventi a Spartanburg, nella Carolina del Sud, dove non vende soltanto i libri che pubblica, ma anche altri libri di interesse generale.

Deep Vellum Publishing quest’anno ha tentato l’esperimento con una libreria a Dallas, anche se il fondatore Will Evans sta cercando un acquirente.

L’idea è stata imitata anche da altre organizzazioni non-profit in campo letterario. Bookmarks, che ospita il più grande festival letterario della Carolina del Nord e del Sud, in primavera ha annunciato di voler raccogliere fondi per aprire una libreria indipendente nella periferia di Winston-Salem, mentre fra qualche mese la Tulsa Literary Coalition aprirà Magic City Books in Oklahoma. Così entrambe le città avranno strutture ibride non dissimili da quelle che stanno creando gli editori.

Solo un paio di anni fa, durante la grande recessione, l’industria editoriale tradizionale stava attraversando un periodo difficile. Le librerie indipendenti erano già state date per spacciate, poi Borders fallì, dimostrando che persino le grandi catene di librerie stavano faticando. Amazon, Barnes and Noble e Apple si stavano contendendo (anche a suon di azioni legali) il crescente mercato degli ebook. Nel frattempo, il self-publishing era diventato il futuro. In altre parole: la stampa era morta, le librerie erano passate di moda e gli ebook autopubblicati erano la strada che metteva in contatto scrittori e lettori senza un intermediario. I mass media concordavano: quella era la nuova realtà.

Ma se la nuova realtà era quella, come mai tutte queste associazioni non-profit e gli editori indipendenti stanno aprendo le proprie librerie di zona? Perché aprire una libreria in un mondo in cui si presume che la vendita al dettaglio e la stampa siano superate?

Nel caso di Milkweed Editions, la decisione di aprire una libreria è nata in gran parte per ragioni di spazio. Nel 2000 la casa editrice si è unita al Loft Literary Center e al Minnesota Center for Book Arts. Stanche degli affitti in aumento e di passare da un ufficio all’altro nella periferia di Minneapolis, le tre organizzazioni hanno raccolto milioni di dollari in sussidi e donazioni e hanno comprato un edificio su un lembo di terreno in un’area poco sviluppata vicino al fiume Mississippi.

«È diventato uno dei principali quartieri in via di espansione di Minneapolis», dice Daniel Slager, editore e amministratore delegato di Milkweed Editions.

Il quartiere è cresciuto e si è rivitalizzato attorno alla loro sede, perciò, avendo a disposizione 70 metri quadri di edificio a livello della strada, Slager e il resto della squadra di Milkweed hanno pensato che una libreria potesse avere successo.

«Tutti viviamo all’interno di una comunità, e noi vogliamo che questo posto sia un luogo di ritrovo collettivo», dice Slager. «Stiamo cercando di far avvicinare lettori e scrittori, e ci impegniamo a farlo qui a Minneapolis».

La libreria è un modo per mettere la gente in contatto coi libri. Slager dice che il negozio di Milkweed – che vedrà un primo lancio a luglio e una grande inaugurazione in autunno – sembrerà più una galleria che una libreria in stile tradizionale. Immagina la presenza di uno spazio dedicato agli eventi letterari, nonché una serie di mostre legate al processo editoriale, ad esempio sulle grafiche di copertina e sulle pagine dei manoscritti, per offrire una panoramica sul lavoro della casa editrice.

Dice che il negozio ospiterà un’abbondanza di titoli di editori indipendenti. «Vogliamo creare uno spazio fisico per presentare alcuni dei libri fantastici che stanno uscendo per piccole case editrici di straordinaria qualità». Paragona il negozio a una mescita di birra artigianale locale, spiegando: «Vogliamo essere una vetrina per tutti quei fantastici editori indipendenti, così da poter dire ai lettori: “Ehi, conoscete Wave Books? Conoscete Tupelo Press?” Non vedo l’ora di vedere gli scaffali pieni di libri di editori indipendenti di tutto il Nord America».

Quest’idea di presentare una selezione di piccoli editori letterari sta animando anche Curbside Splendor con il suo nuovo negozio di libri e dischi, pronto ad aprire in estate nel South Loop di Chicago. Naomi Huffman, direttrice editoriale, dice di aspettarsi che il negozio avrà una selezione di titoli molto accurata e si concentrerà solamente sui libri degli editori indipendenti.

«Editoria indipendente significa scoperta», dice. «Avremo in parte una funzione educativa, perché non è necessariamente detto che la gente conosca tutta una serie di titoli. Il nostro obiettivo è portarli a chi non sa ancora bene cosa sta cercando, e forse non ne conosceva neanche l’esistenza. Oggi gli editori indipendenti pubblicano la letteratura migliore, quindi avere l’opportunità di parlarne a un numero più ampio di persone è davvero emozionante».

Fondata nel 2009, Curbside Splendor pubblica libri «per riscrivere la tradizione dell’editoria del Midwest». L’editore ha fatto uscire numerosi libri su Chicago o di autori del posto, creando un catalogo dal gusto unico e originale.

Per molti versi, la libreria porta avanti ciò che Curbside Splendor sta già facendo come editore. «A Chicago ci siamo fatti la reputazione di lavorare molto sul territorio», dice Huffman. «Teniamo dei reading a Logan Square. Organizziamo piccole fiere di libri in giro per la città. Stiamo cercando di costruire un legame forte con i lettori, e vediamo la libreria come un’estensione di tutto questo».

La libreria verrà ospitata nella Revival Food Hall del National Building, in centro, insieme a molti altri negozi e ristoranti. Huffman dice che ogni quartiere di Chicago ha la propria libreria del cuore, e che quella di Curbside, con il suo spirito educativo e il suo calendario di eventi, dovrebbe essere perfetta per il South Loop.

«Ciò che abbiamo scoperto negli ultimi anni è che fare editoria non significa più soltanto pubblicare libri. Si tratta di portare la letteratura ai lettori. Il miglior modo per farlo non è solo vendere libri –  cosa che ogni libreria ovviamente fa –, ma creare una comunità in cui le persone vogliano sentirsi coinvolte. Siamo molto emozionati per questa opportunità».

La Hub City Bookshop, nella parte settentrionale della Carolina del Sud, ha ormai alle spalle sei anni di attività come ramificazione delle organizzazioni non-profit Hub City Writers Project e Hub City Press. La rivista Southern Living l’ha recentemente nominata come una delle migliori librerie del Sud.

L’Hub City Writers Project è un importante circolo letterario da più di vent’anni, non solo per Spartanburg ma per tutto il meridione. L’editore ha pubblicato alcuni dei migliori esempi della nuova letteratura del Sud: narrativa, poesia, saggi storici, memoir e molto altro ancora. Organizza anche una residenza per scrittori provenienti da tutto il paese, una conferenza estiva per scrittori, numerosi concorsi di scrittura e adesso – grazie allo spazio offerto dalla libreria – quasi cento letture pubbliche, laboratori e altri eventi letterari ogni anno.

Betsy Teter, fondatrice e direttrice esecutiva, dice che l’apertura di un negozio di vendita al dettaglio è stata sia una trovata geniale che una necessità. Nel 2008 l’unica libreria indipendente di Spartanburg (e il cliente più importante di Hub City Press) ha cessato la sua attività. «Per noi era una questione di sopravvivenza», spiega Teter. «Saremmo finiti nei guai senza un luogo dove la gente di Spartanburg potesse comprare i nostri libri».

A quei tempi, Hub City era stipata in un ufficio con altre organizzazioni artistiche. Il consiglio di amministrazione e lo staff ritenevano che il centro di Spartanburg avesse bisogno di una libreria, e così, con il sostegno della comunità locale, hanno raccolto 300.000 dollari in meno di tre mesi. «All’inizio era un progetto molto meno ambizioso di quello che è diventato alla fine», dice Teter. «Vendiamo i libri di Hub City Press all’ingresso del negozio, ma abbiamo anche migliaia di altri titoli».

Aprire una libreria nel 2010, quando i media sembravano nutrire un interesse quasi pornografico per la scomparsa dell’editoria tradizionale e delle librerie indipendenti, era forse un’idea controcorrente, ma oggi, per associazioni come Milkweed, Curbside Splendor e altre case editrici impegnate ad aprire le proprie librerie, la buona notizia è che il rischio corso da Hub City è stato ampiamente ripagato.

«Dall’apertura della libreria, abbiamo più che raddoppiato il numero di persone che offrono contributi spontanei alla nostra organizzazione», dice Teter, aggiungendo che le vendite del negozio contribuiscono a finanziare le pubblicazioni e le iniziative di Hub City. La libreria, che sorge in un vecchio tempio massonico, è una specie di Grand Central Station per il centro città.

«La nostra missione è “allevare scrittori e coltivare lettori”, pertanto stiamo fornendo un luogo dove la gente possa sfogliare i libri, interagire con gli autori e parlare di letteratura con persone competenti in materia», dice Teter. «Mi piace pensare che la nostra libreria sia un centro di cultura letteraria».

Forse è questa la nuova realtà per l’editoria. Mentre i grandi editori di New York e le multinazionali della tecnologia continuano a disputarsi quote di mercato e a cercare modi per incrementare i rendiconti trimestrali, le comunità letterarie locali stanno prendendo in mano la situazione, costruendo in tutti gli Stati Uniti originalissime realtà culturali legate ai libri e portando avanti l’antico compito di mettere in contatto scrittori e lettori.

© Jon Sealy, 2016. Tutti i diritti riservati.

Jon Sealy è autore di pezzi pubblicati su numerose riviste letterarie, tra cui The South Carolina Review, The Normal School, PANK e The Sun. Originario della Carolina del Sud, vive attualmente a Richmond, in Virginia. Il suo primo romanzo è The Whiskey Baron.

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