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La letteratura, questo mondo confuso e passionale

Ricardo Piglia Autori, Editoria, Ricardo Piglia, SUR

Pubblichiamo oggi la lettera scritta da Ricardo Piglia in occasione della cerimonia di premiazione della Fundación Konex, che gli ha assegnato il Premio Konex de Brillante come miglior scrittore per la categoria Ensayo Literario del decennio 2004-2014.

di Ricardo Piglia
traduzione di Giulia Zavagna

Cari amici,
mi dispiace molto non essere con voi questa sera, sono un po’ malconcio, niente di grave, ho solo un po’ di difficoltà a muovermi, cosa che non ha fatto che acuire la mia tendenza a non uscire di casa. Non sono mai riuscito a essere nel posto giusto al momento giusto. Arrivo sempre troppo tardi o troppo presto. O non arrivo proprio, come in questo caso. Ringrazio la giuria, e in modo particolare il mio stimato amico Gastón Burucua, per questo premio. Sono felice di poterlo condividere con Abelardo Castillo, ci conosciamo da molti – moltissimi – anni. Quando eravamo giovani per un breve periodo abbiamo lavorato a un progetto comune. Poi ci siamo poco a poco allontanati, fino a renderci invisibili, come spesso succede a Buenos Aires. E ora questo evento mondano ci ha riuniti, cosa che continua a farmi sorridere.

L’ironia è sempre il modo migliore di sopportare i premi, e gli omaggi. La letteratura, si sa, è una società senza Stato, la sua realtà è molteplice, contingente, in fuga. Nessun potere può obbligare qualcuno a farsi piacere un libro e nemmeno può dividere gli scrittori in categorie, metterli in un certo ordine, definire un autore migliore di un altro. I premi, le accademie, le cattedre, le storie della letteratura, gli anniversari, i necrologi, le classifiche dei best-seller, cercano inutilmente di categorizzare questo mondo confuso e passionale. Cercano di impostare delle gerarchie e stabilire che uno scrittore arriva primo e un altro secondo o terzo come se fosse una classifica di boxe o il risultato finale di una maratona. Per un istante tutto sembra restare fisso e al suo posto, ma l’illusione non dura a lungo; in ogni caso, dura quanto può durare una cerimonia di premiazione. Poi tornano a regnare felicemente il disordine e la confusione. In questi momenti epifanici e un po’ onirici, tuttavia, sembra brillare una beata calma. I padri fondatori sono morti, assassinati o di morte naturale, e i fratelli si riuniscono e si capiscono e dimenticano gli stupidi diverbi, i diversi immaginari e la guerra di poetiche; è una pausa, una tregua, un momento di riposo all’ombra in mezzo a intemperie senza fine. Per questo mi dispiace molto non essere con voi in quest’occasione e mando a tutti – in modo particolare a Castillo – un caldo e fraterno abbraccio.

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