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I libri che dimostrano come l’amore continua a farci innamorare

Patricio Pron Autori, Scrittura, SUR

Domani avremo altri nomi di Patricio Pron (traduzione di Francesca Lazzarato) è in libreria: un romanzo tenero e acuto che è una sorta di radiografia delle relazioni nel presente, una storia d’amore e insieme una storia dell’amore ai giorni nostri. Per scriverlo, l’autore si è interrogato proprio su tutte le forme che l’amore può assumere oggi, non ultimo in senso letterario: ecco quindi i dieci libri (più uno) che hanno reso possibile Domani avremo altri nomi. Buona lettura!

di Patricio Pron
traduzione di Giulia Zavagna

 Le liste di libri sono un invito allo scandalo: le inevitabili omissioni causano sconcerto, le inclusioni suscitano diffidenza, quando sono paritarie (o quando non lo sono) sembra siano frutto di un calcolo, il loro carattere capriccioso provoca argomenti di confutazione altrettanto capricciosi. Una lista come quella che segue invita senz’altro alla confutazione, ma suggerisce anche la possibilità che qualche lettore o lettrice scopra un testo che non conosceva; facendo quindi appello all’indulgenza e alla curiosità di quel lettore o quella lettrice, ecco una lista dei titoli che più hanno influenzato la scrittura di Domani avremo altri nomi: sono libri d’amore e/o storie dell’amore, esempi di un genere che sembra sempre esaurito e, tuttavia, per così dire, ci fa ancora innamorare.

 

amore e attivismo

The Real Thing di Tom Stoppard
(Samuel French Ltd, 1986)

Amore e attivismo politico inciampano e si incrociano in questa pièce teatrale del 1982, il cui vero argomento è la menzogna e il posto che occupa nella relazione amorosa: secondo l’autore di Rosencrantz e Guildenstern sono morti l’inganno e la gelosia sono la seconda natura dell’amore.

 

commedia d’amoreChesil Beach di Ian McEwan
(traduzione di Susanna Basso, Einaudi, 2007)

Una coppia di giovani sposi inglesi non può consumare la prima notte di nozze perché ignora del tutto le questioni sessuali: potrebbe essere l’argomento di una commedia di costume un po’ pedestre, ma nelle mani di McEwan diventa un’opportunità di guardarsi indietro e rivisitare un mondo precedente all’ormai completa «liberazione sessuale» e, fortunatamente, obsoleto. A.L. Kennedy sembra aver tenuto molto presente la lezione di Chesil Beach quando ha scritto Serious Sweet, un altro splendido romanzo.

 

Bluets di Maggie Nelson
(Wave Books, 2009)

L’autrice de Gli argonauti riunisce duecentoquaranta poesie in prosa che lei chiama «proposizioni» intorno al dolore e alla perdita, propri o altrui. In inglese il blu è un colore ma anche un tipo di tristezza, e Nelson ne approfitta per parlare di un amore finito, vale a dire, di un’opportunità perduta.

 

Nacht ist der Tag (La notte è il giorno) di Peter Stamm
(Fischer Verlag, 2013)

Un’attraente presentatrice tv, suo marito – il redattore culturale di una rivista a distribuzione nazionale –, un pittore misterioso che ritrae solo donne nude e fa in modo che la presentatrice posi per lui: il trio che formano i personaggi del romanzo sembra la costellazione prevedibile di una storia che, prevedibilmente, comprenderà infedeltà e separazioni, eppure il libro è pieno di svolte inaspettate e risulta, proprio per questo, sorprendente. Peter Stamm, uno dei migliori autori europei del momento, ha un talento unico nel partire da situazioni banali e costruirvi intorno storie che non lo sono affatto.

 

Tanto vale vivere di Dorothy Parker
(traduzione di Chiara Libero, Astoria, 2021)

Una coppia che non sembra avere problemi si separa perché non ha più nulla da dirsi; un’infermiera dal volto equino che i pazienti prendono sempre in giro riceve in regalo dei fiori per la prima e ultima volta nella sua vita; una donna gira in taxi per New York con il cuore spezzato ricordando un antico amore: si accorge che la sua strada è cambiata, e si dispera, ma poi scopre grazie al tassista che si trovano due strade più giù di quel che pensava. Parker è una maestra dell’ironia, ma anche della sensibilità, e i suoi personaggi tengono davanti a noi uno specchio nel quale è impossibile non vedersi riflessi.

 

Tutto quel che è la vita di James Salter
(traduzione di Katia Bagnoli, Guanda, 2014)

C’è qualcosa di anacronistico nella storia di Philip Bowman, che, dopo aver partecipato all’importante battaglia di Okinawa come parte dell’equipaggio di una delle navi della flotta statunitense, va all’università ad Harvard, prova senza troppo entusiasmo a fare il giornalista e alla fine diventa editor. Bowman si sposa, contro ogni previsione, con una giovane ereditiera del Virginia che più tardi lo abbandona, ha una storia d’amore con una donna inglese insieme alla quale compra un levriero da corsa (la cui sconfitta poco dopo una serie iniziale di vittorie è un magnifico esempio di ciò che il romanzo racconta ai lettori sull’amore e le relazioni di coppia), acquisisce una conoscenza di prima mano di ciò che chiama la «geografia editoriale», partecipa alle feste, si stabilisce in quella che chiama la «vera maturità», si trasferisce in una casa in campagna, si innamora, viene tradito, tradisce, scopre come alleviare «la mancanza, non necessariamente di una vita di coppia, ma di un centro tangibile intorno al quale la vita prendesse forma e trovasse finalmente il suo posto». Proprio come Stoner, il grande romanzo di John Williams che occupa un posto preminente in Domani avremo altri nomi, Tutto quel che è la vita è, letteralmente, tutto quel che è o è la vita del suo protagonista.

 

Al limite della notte di Michael Cunningham
(traduzione di Andrea Silvestri, Bompiani, 2011)

Chi crede che i grandi romanzi abbiano necessariamente bisogno di grandi personaggi dovrebbero pensare più spesso a Peter Harris, il mercante d’arte che è al centro della storia di Al limite della notte: ha avuto un fratello omosessuale morto negli anni Ottanta e un amore adolescenziale che non l’ha portato da nessuna parte e oggi ha una galleria d’arte di seconda categoria e un confortevole appartamento a Manhattan, che condivide con Rebecca Taylor, l’editor di una rivista d’arte in rovina, a cui è legato da una relazione comoda, tenera e priva di passione. Nulla fa pensare che un giorno avrà molto altro né (ancora una volta) che il romanzo che abita sia un grande romanzo, quando però appare Dizzy, il fratello minore di Rebecca, cambia ogni cosa.

 

Importanti oggetti personali e memorabilia dalla collezione di Lenore Doolan e Harold Morris, compresi libri, abiti e gioielli di Leanne Shapton
(traduzione di Elisabetta Paniccia, Rizzoli, 2010)

Una relazione di sei anni, un fotografo, una giornalista gastronomica, centinaia di oggetti riuniti in un catalogo d’asta che raccontano una storia, dal primo incontro fortuito e i primi regali a un finale che è meglio non rivelare al lettore ma che è triste come sono di solito tutti i finali. Leanne Shapton appartiene a una costellazione di scrittrici straordinarie fra le quali per esempio Joanna Walsh, Amy Hempel, Rachel Cusk, Sheila Heti; e qui ci ricorda – come il Museo delle Relazioni Interrotte che ha un ruolo centrale in Domani avremo altri nomi – che sulla materialità dell’esperienza amorosa non è stato ancora scritto abbastanza.

 
Susan ChoiMy Education di Susan Choi
(Penguin Books, 2013)

Non è raro che una studentessa sviluppi un interesse sessuale per il suo professore, in particolare se questi è attraente come Nicholas Brodeur, che è solito chiedere alle sue studentesse di leggere John Donne al buio mentre (dicono) lui si masturba; non è raro nemmeno che il professore si innamori della studentessa, in particolare se questa, come Regina Gottlieb, ha ventun anni e molto talento. My Education si articola sullo sfondo troppo familiare di decine di romanzi romantici, nessuno particolarmente rilevante. Eppure questo lo è, in virtù del fatto che Choi non precipita mai negli abissi di puerilità ai quali si affaccia di continuo: quando il lettore crede che Gottlieb comincerà a intrattenere una relazione romantica con il suo professore, lo fa in realtà con Martha, sua moglie; quando il lettore si aspetta che quella relazione rimanga clandestina, Choi la rende pubblica; quando il lettore crede che l’interesse amoroso dell’unico amico di Gottlieb sia per la ragazza, viene fuori che Dutra – personaggio singolare – ha in mente tutt’altro; quando si produce la rottura, non c’è vendetta; quando Gottlieb e il suo vecchio professore si rincontrano, e il lettore si aspetta qualche genere di finale felice, la loro unione è triste quanto quella di due naufraghi su un’isola.

 

La scomparsa di Philip S. di Ulrike Edschmid
(traduzione di Monica Pesetti, edizioni e/o, 2013)

Il libro narra la radicalizzazione e successiva clandestinità e uccisione per mano della polizia del giovane cineasta svizzero Philip Sauber, che fu per alcuni anni il compagno dell’autrice. Sapendo che l’argomento è ancora molto delicato in Germania e che l’empatia nei confronti dei vecchi membri della Frazione dell’Armata Rossa (RAF) è praticamente un tabù, il libro di Edschmid risulta più che meritevole, poiché permette di avvicinarsi alle azioni del personaggio senza comprenderle del tutto (e senza giudicarle). Altre grandi autrici dell’esperienza amorosa nella letteratura tedesca contemporanea sono senz’altro Sibylle Berg, Franziska Gerstenberg, Judith Hermann e Juli Zeh.

 
amore

Lolita di Vladimir Nabokov
(traduzione di Giulia Arborio Mella, Adelphi, 1959)

Lolita è un libro insopportabile, volgare e deliberatamente offensivo, ma è anche qualcosa di più che un romanzo pornografico: è una storia d’amore straordinariamente comica e insieme sufficientemente audace da permettersi una descrizione del sesso orale (praticato da Humbert Humbert alla moglie) come la seguente: «Attraverso le siepi degli anni sbirciavo come un guardone dentro fioche finestrelle. E quando la dama dai nobili capezzoli e dalle cosce massicce mi preparava ai miei doveri notturni con le sue carezze pateticamente ardenti, ingenuamente lascive, io fiutavo sempre disperato, latrando nel sottobosco di foreste oscure e putrescenti, la traccia di una ninfetta». Nessun succhiatore di clitoride può superare questo.

 

© Patricio Pron, 2019

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