Dipendenza

Dipendenza

Rodrigo Hasbún Rodrigo Hasbún, SUR

Manca pochissimo all’uscita del nuovo romanzo di Rodrigo Hasbún: Gli anni invisibili.
Nell’attesa, abbiamo deciso di pubblicare tre testi inediti dell’autore, che sapranno poco a poco trasportarci nelle atmosfere del libro, e insieme regalarci piccole e luminose riflessioni sulla scrittura.
Ecco il secondo brano che, in poche righe, racconta benissimo due dei fili rossi che reggono la storia degli
Anni invisibili: la dipendenza (dalle cose e dalle persone, da ciò che ci fa bene e ci fa male, dalle illusioni) e il bisogno di un rifugio (dagli altri, certo, ma spesso anche da noi stessi). Buona lettura! 

di Rodrigo Hasbún
traduzione di Giulia Zavagna

 

Il problema è che pesano, e che ci siamo rovinati la schiena a portarceli da una casa all’altra, noi che ancora non ne abbiamo una nostra. Per questo, perché ci tocca di nuovo trasferirci ai primi di agosto, e perché ce ne sono migliaia sui nostri scaffali e dobbiamo spostarli noi stessi, ci sentiamo sempre più in apprensione e meno propensi a comprarne altri.

Oggi però, da solo a Madrid, nonostante tutto, mentre passeggio per la fiera del libro con l’emozione di chi ha un’antica dipendenza, sento rinascere in me l’urgenza e la necessità, e anche una strana inquietudine, il bisogno di vedere quante persone hanno in mano l’ultimo romanzo di Pérez Reverte. Per difendermi ne individuo alcuni che vorrei prendere io e quasi subito comincio a pensarli come i tasselli di una serie segreta: la biografia di Wisława Szymborska, uno di Gonçalo M. Tavares e un altro di László Krasznahorkai, gli ultimi di Sara Mesa e Carlos Pardo che mi hanno tanto consigliato, Grande sertao che non ho mai letto. E così, dopo tutti questi anni passati ad accumularne e a considerarli sempre come entità altre da me, d’un tratto credo di capire un dettaglio cruciale: che i libri in realtà sono mattoncini con i quali ci costruiamo poco a poco i nostri rifugi più resistenti, e che quei rifugi (conosciuti anche come biblioteche personali) offrono il ritratto più preciso di chi si è trovato o si è perso mentre li costruiva.

E allora, dopo questo pensiero, libero e sollevato, dimentico il peso e il fastidio e lo faccio, in questa Madrid raggiante dei primi di giugno riprendo la mia dipendenza, metto nello zaino qualche altro mattoncino, ricomincio a comprare libri.

 

© Rodrigo Hasbún, 2015. Tutti i diritti riservati

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