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11 lavori orribili in letteratura

Carrie Mullins BIGSUR, Editoria, Società

Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Electric Literature in occasione del Labor Day e viene qui riprodotto su gentile concessione dell’autrice e della testata.

di Carrie Mullins
traduzione di Giuliano Velli

Nel 1853, con la pubblicazione di Bartleby lo scrivano, Herman Melville realizzò un ritratto immortale della monotonia del lavoro ingrato e impiegatizio che si svolge negli uffici (nel caso di Bartleby, uno studio legale). La resistenza di Bartleby a copiare documenti e assolvere altre analoghe incombenze monotone non solo è ancora attuale, ma è diventata la base delle sempre più popolari fiction ambientate in ufficio. Nel microcosmo universale ma sostanzialmente bizzarro di un ufficio – se ci pensate, si decide volontariamente di rinchiudersi in una stanza con un assortimento casuale di persone – gli intrighi, le relazioni e i conflitti sono esasperati.

Quando siamo alla Motorizzazione o dal dentista, ammettiamo apertamente che nessuno starebbe lì se non fosse obbligato a starci; sul posto di lavoro questo non si dice in maniera esplicita ma è una specie di segreto di Pulcinella, di volta in volta tragico o esilarante. Cinema e televisione attingono costantemente dal mondo dell’ufficio, ma, in occasione del Labor Day, perché non riempire con un libro il vuoto che The Office ha lasciato nella vostra vita?

I libri contenuti in questa lista spaziano dalla storia di un parco tematico della Florida del sud, dedicato agli alligatori e prossimo al fallimento, a una satira dell’America delle corporation (ma scherzi a parte, da dove credete arrivino tutti quegli insipidi meloni di Cantalupo?), dai lavori d’ufficio a quelli manuali.

Ognuno di questi libri dovrebbe rendere più tollerabile l’idea di tornare al lavoro dopo questo weekend lungo, con l’estate ormai alle spalle e un lungo inverno buio all’orizzonte.

1. The Beautiful Bureaucrat di Helen Phillipsbeautiful bureaucrat

Josephine Newbury fa un lavoro tediosissimo: ogni giorno confronta documenti cartacei con un database computerizzato e, quando i dati non coincidono, li aggiorna. Non soltanto Josephine ripete questo semplice compito fino alla nausea ma, con una serie di capovolgimenti orwelliani, i documenti consistono di sequenze di numeri prive di senso, il suo capo è noto solo come «La Persona con l’Alito Cattivo», e il suo ufficio è una stanza vuota e senza finestre nascosta in un palazzo identificato dalle lettere A e Z. Il romanzo di Phillips è un mix agghiacciante di distopico e familiare, un’interrogazione sull’umanità che si distingue dalla facile satira sulla vita da ufficio.

2. Il Cerchio di Dave Eggers3dnn9_8b_med_9788804662471-il-cerchio_original

Era solo questione di tempo prima che la Silicon Valley, simbolo di una nuova realtà attenta alle esigenze dei lavoratori, cadesse rovinosamente dal suo piedistallo. È successo nella vita reale (vedi cultura misogina, aziende non redditizie) e in serie tv satiriche come Silicon Valley della HBO. Non stupisce che Dave Eggers abbia deciso di cimentarsi con le grandi aziende tecnologiche. Il suo decimo romanzo segue le vicissitudini della neolaureata Mae Holland che comincia a lavorare per Il Cerchio, una potente compagnia tecnologica gestita da «I Tre Saggi». Dopo essere stata irretita dai vantaggi offerti dall’azienda (merende gratuite, happy hour) Mae scopre la sconcertante verità: la tecnologia di sorveglianza prodotta dall’azienda porterà a un aumento del controllo governativo e, forse, persino all’affermazione di uno stato totalitario. Il romanzo è un ammonimento a tutti i fanatici della tecnologia: in futuro, l’unica cosa da cui saremo liberi è il glutine.

3. Carne viva di Merritt Tiercebigsur1_tierce_carneviva_cover1

Il romanzo d’esordio di Tierce segue Marie, una giovane donna autodistruttiva, nel suo lavoro di cameriera in una serie di ristoranti del Texas. L’esperienza da cameriera di Marie è uno stato di perenne euforia, una frenesia caotica di ordinazioni prese tra droghe e sesso casuale. Nonostante il piacere un po’ masochistico che Marie prova per il suo lavoro, Tierce ci mostra la realtà brutale del settore terziario che, quando vieni pagato meno del minimo sindacale per servire bistecche da cento dollari, può essere estenuante, umiliante e non poco frustrante.

4. Swamplandia! Benvenuti nella terra degli alligatori di Karen Russellswaplandia

La Swamplandia che dà il titolo a questo romanzo candidato al Pulitzer è un malandato parco tematico di alligatori, situato in un’isola remota della Florida del sud. Ava Bigtree è una tredicenne con la missione di salvare il parco di famiglia – e la famiglia stessa – dal fallimento. Ma nemmeno gli spettacoli di lotta tra alligatori riusciranno a risollevare Swamplandia dalla discesa nel suo ambiente umido e inquietante. Capisci che i tuoi affari vanno male quando i tuoi clienti preferiscono un parco che si chiama «Il Mondo dell’Oscurità».

5. Eileen di Ottessa Moshfegh

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A 24 anni quasi nessuno ha un buon lavoro, ma per Eileen lavorare sottopagata come assistente alle pubbliche relazioni o come apprendista editor sarebbe un sogno. E così sogna: di trasferirsi a New York e lasciare il suo impiego di segretaria da 57 dollari a settimana in un carcere minorile del Massachusetts operaio.

6. Revolutionary Road di Richard Yatesrevolutionary road

Ben prima di Mad Men, fu Richard Yates ad analizzare il lato oscuro del sogno americano dei due figli, una macchina e una casa in periferia. Frank Wheeler sembra avere tutto: lavora per la Knox Business Machines, facendo il pendolare da New York alla sua casa nel Connecticut delle villette suburbane. Sua moglie April era, prima di diventare casalinga e madre di due figli, un’aspirante attrice. Ma i Wheeler si sentono intrappolati nella loro vita vacua e ambiscono a di più, e quando April gli propone di trasferirsi a Parigi per diventare artisti, è Frank a non sentirsela. Come tanti americani, è prigioniero di un lavoro che odia, e oscilla tra il disprezzo per la sua professione e il fascino per l’idea di successo.

7. Maledetti colleghi di Ed Park

maledetti colleghiEd Park riprende il paradosso di Frank Wheeler sulla vita moderna: la paura di perdere un lavoro che si odia. Il romanzo segue le disavventure dei dipendenti di un’agenzia pubblicitaria fallimentare di New York, sopravvissuti a un’ondata di licenziamenti solo per ritrovarsi in attesa della prossima. Il libro attinge a piene mani dalla cultura aziendale contemporanea. I titoli delle tre sezioni si ispirano alla tecnologia – «Impossibile annullare», «Sostituisci tutto», «Ripristina il salvataggio». Chi ha lavorato in un ufficio moderno non avrà difficoltà a riconoscersi: bere con i colleghi, pentirsi di aver bevuto con i colleghi, fare ego-surfing e parlare dei pregi dei vari Starbucks.

8. Il racconto dell’ancella di Margaret Atwoodmargaret atwood

Per quanto brutto sia il vostro lavoro, non sarà mai peggio di essere una serva nella Repubblica di Gilead della Atwood, una dittatura militare teocratica dominata dagli uomini che rimpiazza gli Stati Uniti d’America. Difred è una di queste serve, e il suo lavoro è servire da madre surrogata. Deve riprodursi con il suo padrone (Fred, da cui «Difred», di Fred) per dare bambini a una società in cui dilaga la sterilità.

9. E poi siamo arrivati alla fine di Joshua Ferrisferris

Ai gradini più bassi della scala aziendale i lavoratori vengono spesso incoraggiati a essere parte di una squadra – una parte utile e anonima. Ferris evidenzia questo contesto di groupthink scrivendo il romanzo, che racconta di un’agenzia pubblicitaria fallimentare di Chicago, alla prima persona plurale. I narratori di questa commedia nera tentano tutti di evitare i licenziamenti che devastano l’azienda. Allo stesso tempo, sono affetti da un’intensa noia che nemmeno le ciambelle gratis riescono ad attenuare.

10. La giungla di Upton Sinclairsinclair

Scritto nel 1906, il romanzo di Sinclair è il prototipo del racconto dell’orrore ambientato sul posto di lavoro, racconto ancor più terrificante se si pensa che è basato su un’indagine reale che Sinclair condusse in un mattatoio di Chicago. Il libro racconta la storia di Jurgis Rudkus, un immigrato lituano che lotta per la sopravvivenza nei bassifondi di Chicago. Il mattatoio in cui lavora Jurgis è così sporco e malsano che dopo l’uscita del romanzo uno sdegnato pubblico americano richiese, e ottenne, la riforma dell’industria del confezionamento della carne. Ma non è solo Jurgis a soffrire – tutta la sua famiglia è costretta ad accettare lavori orribili con paghe da fame. Tuttavia, lontani dal guadagnarsi da vivere dignitosamente, la moglie finisce per essere stuprata, la famiglia sfrattata e suo nipote intrappolato in una fabbrica e mangiato vivo dai topi.

11. L’equipaggio dimenticato di Francisco Goldmanequipaggio dimenticato

Nel nostro paese gli immigrati irregolari affrontano indubbiamente le condizioni di lavoro peggiori. Indifesi e alla mercé dei loro datori di lavoro, accettano lo sfruttamento nella speranza di una vita migliore. La premessa del secondo romanzo di Goldman è questa: sedici uomini provenienti dall’America centrale vengono attirati in una nave con la promessa di un lavoro, soltanto per ritrovarsi intrappolati sei mesi in un cargo fatiscente e malsano che rimane ormeggiato a Brooklyn. Alla fine Esteban, un diciannovenne veterano della guerra in Nicaragua, fugge dalla nave e cerca di farsi una nuova vita in città.

 

© Carrie Mullins, 2016. Tutti i diritti riservati.

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