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La letteratura americana dal 1900 a oggi. Jean Toomer

Sara Antonelli BIGSUR, Ritratti

Oggi ricordiamo l’anniversario della morte dello scrittore afroamericano Jean Toomer, pubblicandone un profilo, tratto dal dizionario per autori La letteratura americana dal 1900 a oggi, curato da Luca Briasco e Mattia Carratello, edito da Einaudi. Ringraziamo l’autrice, i curatori e la casa editrice.

di Sara Antonelli

Nathan Pinchback Toomer nasce a Washington nel 1894, dove, fatta eccezione per una breve parentesi (1906-1909) a New Rochelle, New York, vive con la madre presso i nonni, in un quartiere della classe media bianca. A scuola si rende conto per la prima volta di essere nero e progressivamente diventa consapevole delle differenze sociali dettate dal colore. In seguito rifiuterà sempre l’autorevolezza di tali categorizzazioni e si definirà semplicemente «americano». Dopo il liceo frequenta diversi college senza mai diplomarsi e nel 1921 insegna per qualche mese in una scuola della Georgia, dove entra in contatto con la cultura vernacolare nera del Sud (che gli ispirerà, tra le altre cose, la terza sezione di Canne). Qui compone «Georgia Dusk», uno dei numerosi frammenti di cui si compone l’opera alla cui stesura lavorerà per un intero anno; nel frattempo si stabilisce a New York, scrive racconti e recensioni per diverse riviste, entra a fare parte del mondo letterario e prende a usare il nome «Jean». Finalmente, grazie all’aiuto di Waldo Frank, Toomer pubblica Canne (Cane, 1923), un’opera di difficile categorizzazione – è costituita da vignette, poesie e parti drammatiche – la cui tripartizione ritrae la vita e la cultura dei neri nel Sud rurale e nelle città del Nord, e quindi la unifica nel personaggio di un nero del Nord che va al Sud. Ogni sezione si distingue non solo per il fatto di affrontare diversi ambienti e personaggi, ma anche per la lingua: lirica e impressionistica nella prima parte, improntata al realismo nella seconda, di tipo teatrale nella terza (la cui trama ricorda Balo, una commedia di Toomer del 1923), in cui assistiamo alla nascita di un poeta. Canne ricevette molta attenzione critica e Toomer fu salutato come una promessa della letteratura nera. Deluso dalle vendite e dal tentativo di chiudere la sua opera all’interno di una singola tradizione invece che in quella americana, l’autore si ritirò progressivamente dalla scena pubblica, limitandosi a pubblicare racconti e poesie su riviste. L’opera più famosa di questo periodo è «Blue Meridian» (1936), un poema di ampio respiro, vicino a «I Hear America Singing» di Walt Whitman o a «The Bridge» di Hart Crane per la sua celebrazione della diversità geografica e culturale degli Stati Uniti. L’opera invita alla creazione di una Nuova America fondata su una rigenerazione spirituale esemplificata da Meridian, the blue man, un aggregato di tutte le storie, razze, culture presenti sul territorio statunitense. Evidente, nel poema, l’influenza delle dottrine mistiche di George Ivanovič Gurdjieff, di cui Toomer diviene seguace dal 1924, per poi insegnarne il metodo per un decennio. Muore nel 1967, a Doylestown, Pennsylvania, la cittadina quacchera (si convertirà nel 1940) in cui era andato a vivere nel 1934 subito dopo l’allontanamento da Gurdjieff, al quale tuttavia si ispirò per dare vita a una piccola comunità dove sperimentare una convivenza basata sulla rigenerazione spirituale e l’armonia sociale. La sua opera, in particolare Canne, è stata riscoperta con gli anni Sessanta e riconosciuta tra le più innovative e originali del secolo.

© Giulio Einaudi editore, 2011. Tutti i diritti riservati.

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