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Intervista a Raúl Figueroa, editore di F&G Editores

Sara Carini Editoria, Interviste, SUR Lascia un commento

Nel 1993 Raúl Figueroa Sarti ha fondato F&G Editores, agenzia di servizi editoriali e casa editrice specializzata in libri giuridici. Oggi F&G Editores è tra le realtà editoriali più importanti del panorama centroamericano e ha dimostrato come sia possibile sopravvivere, e imporsi, nel mercato del libro partendo da un concetto basilare: i libri creano cultura. In quest’intervista Figueroa Sarti descrive un panorama poco conosciuto, quello del Guatemala, che nonostante le differenze ha anche molti punti in comune con il mondo editoriale europeo.
Ringraziamo Sara Carini e Raúl Figueroa Sarti per la gentile concessione. Buona lettura!

 

di Sara Carini

 

Nel 1993 Raúl Figueroa Sarti ha fondato F&G Editores, agenzia di servizi editoriali e casa editrice specializzata in libri giuridici. Oggi F&G Editores è tra le realtà editoriali più importanti del panorama centroamericano e ha dimostrato come sia possibile sopravvivere (e imporsi) nel mercato del libro partendo da un concetto basilare: i libri creano cultura. In quest’intervista Figueroa Sarti descrive un panorama poco conosciuto, quello del Guatemala, che nonostante le differenze ha anche molti punti in comune con il mondo editoriale europeo.

 

Vorrei presentare la casa editrice attraverso il suo progetto editoriale. F&G nasce come casa editrice di libri giuridici, qual è stato il motivo che vi ha spinto a dedicarvi anche alla letteratura e come è cambiata la linea editoriale nel momento in cui avete preso questa decisione?

Quando abbiamo iniziato a pubblicare in modo regolare in Guatemala erano stati appena firmati gli accordi di pace che avevano messo fine a una guerra interna durata trentasei anni. Nel paese esistevano poche case editrici e la qualità editoriale dei libri pubblicati lasciava molto a desiderare. Fin dall’inizio i nostri libri si sono distinti dal resto del mercato e si potevano considerare innovativi sotto molti aspetti: cura degli interni, grafica delle copertine, qualità di stampa e della carta. E poi stampavamo in dei formati non convenzionali. La prima reazione dei lettori e di alcuni autori fu: «Questi libri non sembrano fatti in Guatemala».

Gli scrittori di fiction iniziarono a contattarci perché volevano pubblicare con la nostra casa editrice. Abbiamo quindi iniziato a pubblicare letteratura come conseguenza del fatto che eravamo una casa editrice con un certo appeal per gli autori letterari più che per un nostro reale desiderio. In un certo senso è successo qualcosa di simile con i libri di scienze sociali e oggi, a venticinque anni dalla sua fondazione, F&G Editores è una casa editrice letteraria e di scienze sociali.

La conseguenza principale riguarda la sostenibilità della casa editrice, pubblicare fiction è più rischioso.

 

Questo si deve a una qualche difficoltà nell’incontrare il gusto del pubblico o al fatto che mancano i lettori?

Si deve principalmente al fatto che le persone che leggono letteratura in Guatemala continuano a essere molto poche. D’altra parte, non siamo una casa editrice che pubblica al solo scopo di soddisfare i gusti del pubblico, se fosse così dovremmo cambiare la nostra linea editoriale e convertirci in una casa editrice religiosa o di autoaiuto. Non credo che questo potrebbe contribuire positivamente allo sviluppo culturale del paese.

 

F&G è una casa editrice riconosciuta e di prestigio: credi che fare editoria sia una missione culturale in Guatemala e, più in generale, in Centroamerica?

È un po’ strano pensarla in questi termini, mi sento come un missionario religioso e questa cosa non mi si addice. Tuttavia, dato che in Centroamerica, e in particolare in Guatemala, l’industria editoriale continua a essere poco sviluppata, posso capire che una casa editrice come F&G abbia una grande responsabilità sociale nella diffusione di opere letterarie, così come di idee sociali e politiche che contribuiscono a creare un nuovo immaginario, teso a cambiare la nostra realtà socio-economica e politica. Credo che la parola sia un potente strumento di cambiamento.

 

Credo che tu conosca la famosa frase con la quale Giulio Einaudi definì le due diverse tipologie di editoria che possono essere messe in pratica, in quell’occasione disse: «L’editoria “sì” è quella che invece di “andare incontro al gusto del pubblico”, gusto che si pretende di conoscere ma si confonde spesso col proprio, introduce nella cultura le nuove tendenze della ricerca in ogni campo, letterario, artistico, scientifico, storico e sociale, e lavora per fare emergere gli interessi profondi, anche se va contro la corrente». L’animo di F&G sembra inserirsi in quest’ultima visione, sei d’accordo con questo punto di vista?

Assolutamente d’accordo. Infatti, adesso che stiamo festeggiando i venticinque anni dalla fondazione della casa editrice, abbiamo adottato come slogan «venticinque anni controcorrente».

 

Dall’Europa potrebbe essere difficile comprendere come funziona il lavoro editoriale in Guatemala: che struttura ha la tua casa editrice e quanti titoli pubblica F&G in un anno, che tipo di catalogo porta avanti…

Da F&G lavorano cinque persone: un’assistente amministrativa, una receptionist, un corriere, un grafico e un direttore con funzioni di editore, responsabile della comunicazione, rappresentante legale, correttore di bozze e amministratore generale. In Guatemala non ci sono distributori e per questo facciamo tutto internamente, dalla redazione alla distribuzione. Di conseguenza il personale è poco per la mole di lavoro che portiamo avanti. Pubblichiamo tra le dieci e le quindici novità l’anno, più due o tre nuove edizioni o ristampe. Il nostro catalogo è centrato su letteratura e scienze sociali.

 

Come scegliete un nuovo autore?

Riceviamo all’incirca centocinquanta manoscritti all’anno. Le nostre dimensioni non ci permettono di valutare nemmeno tutte le proposte che arrivano. Diamo priorità ai testi di autori già pubblicati o a quelli con qualche riconoscimento, testi con proposte diverse, nuove, di qualità. Per quel che riguarda la letteratura ci è stato molto utile il concorso BAM Letras che dal 2012 promuoviamo insieme al Banco Agromercantil e che ci permette di poter contare su una giuria di conoscitori della letteratura che si occupa di fare la selezione delle opere che meritano di essere pubblicate, il premio è annuale ed è dedicato sia ai racconti che hai romanzi. (Dopo aver realizzato l’intervista, F&G Editores ha diramato un comunicato stampa nel quale rendeva noto che il Banco Agromercantil aveva deciso che a causa di «nuove politiche interne […] il nostro logo e il nostro nome non potrà essere utilizzato nelle pubblicazioni di libri o in qualsiasi evento che promuova l’opera vincitrice dell’edizione 2018 del concorso». ndt)

 

In un’intervista del 2012 hai detto che era più facile spedire un libro negli Stati Uniti che in Centroamerica. La situazione continua a essere la stessa? Cosa vuol dire fare editoria in una regione dove c’è scarsità di aiuti economici?

Adesso la situazione è più difficile: sono più di due anni che in Guatemala non esiste un servizio postale pubblico. Le poste sono state privatizzate nel 1999, poi lo stato non ha rinnovato la concessione, di conseguenza le nostre spedizioni all’estero si sono ridotte quasi a zero. perché spedire tramite corriere ha costi folli.

Dedicarsi all’editoria in Centroamerica vuol dire camminare in maniera permanente sul filo del rasoio. In Guatemala alla mancanza di aiuti economici bisogna aggiungere un mercato del libro molto ridotto, un tasso di povertà estremo, che interessa il sessanta per cento della popolazione e che non permette ad ampi settori della società di acquistare libri. E il panorama è più incerto se consideriamo che ci sono poche biblioteche pubbliche e molte di quelle che ci sono aspettano che siano gli stessi editori a donare i libri.

 

In generale, qual è la sua opinione sulle campagne di promozione della lettura? I lettori aumentano o aumentano solo gli scrittori?

Credo che le campagne per promuovere la lettura siano molto produttive, in modo particolare se sono durature nel tempo e quando arrivano a coinvolgere il nucleo familiare. Sfortunatamente, in Guatemala non c’è stata, fino ad oggi, una campagna statale che ci permetta di valutarne con precisione l’incidenza nell’aumento degli indici di lettura. Non abbiamo abbastanza dati. Ciò nonostante, come Asociación Gremial de Editores abbiamo realizzato la Feria Internacional del Libro e abbiamo potuto constatare come sia aumentato l’interesse dei guatemaltechi per la lettura e come sia aumentata la presenza di pubblico alla fiera, dato che si riflette nell’aumento delle vendite. Anche il numero di titoli pubblicati sta aumentando.

 

Negli anni F&G ha appoggiato una campagna importantissima come Guatemala Nunca Más a favore della memoria storica di Guatemala e Centroamerica. Qual è stata la risposta del pubblico e la ricezione da parte delle istituzioni?

È stata una risposta positiva. Diversi dei nostri titoli sulla memoria storica sono stati ristampati. Libri sulla storia contemporanea del Guatemala sono stai tra i più venduti del nostro catalogo. Nel 2017 abbiamo pubblicato Desde el cuartel: otra visión de Guatemala, scritto da un militare dell’esercito, che è una critica ai contatti tra esercito e gruppi di potere economico. Ne abbiamo vendute più di cinquemila copie, un numero enorme per il nostro paese.

 

La tua casa editrice fa parte del Reseau International des éditeur indépendents. Come credi che possa organizzarsi l’editoria a livello internazionale?

Le reti di editori indipendenti sono molto utili per scambiare esperienze e in qualche caso possono essere la via per sviluppare progetti che sarebbe impossibile realizzare da soli. In Centroamerica F&G fa parte del Grupo de Editores Independientes de Centroamérica (GEICA), grazie al quale partecipiamo alla Fiera di Francoforte, e con il quale abbiamo partecipato alla FIL di Guadalajara e realizzato un’antologia del racconto centroamericano. Fanno parte di GEICA F&G Editores dal Guatemala, Guaymuras dall’Honduras, Arcoiris da El Salvador, Anamá dal Nicaragua e Uruk dal Costa Rica.

 

Come sarà il futuro del libro in Centroamerica?

Credo che in Centroamerica, nonostante le difficoltà e il poco aiuto statale alla cultura, e all’editoria in particolare, i libri pubblicati continueranno ad aumentare e il mercato continuerà a crescere. Siamo fiduciosi del fatto che a poco a poco si romperanno le barriere che rendono difficile la libera circolazione del libro e delle idee.

 

© Sara Carini, 2018. Tutti i diritti riservati.

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