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Fedeltà interiore: Julio Cortázar a Gregory Rabassa

Julio Cortázar Autori, Julio Cortázar, SUR, Traduzione

Il 13 giugno scorso si è spento, a novantaquattro anni, Gregory Rabassa, storico traduttore statunitense degli autori del Boom latinoamericano. Sue sono le versioni in inglese di Rayuela, Conversazione nella Cattedrale e Cent’anni di solitudine, che García Márquez definì anche migliore dell’originale «per la bellezza, il rigore, la precisione e il ritmo». Lo ricordiamo pubblicando due delle molte lettere che gli scrisse Julio Cortázar, raccolte nel volume Chi scrive i nostri libri.

di Julio Cortázar
traduzione di Giulia Zavagna

A Gregory Rabassa
Parigi, 18 aprile 1965

Dear Greg,
ecco le ultime pagine. Vedrai che qui ci sono pochissime
osservazioni; devo dire che finora, nonostante i tuoi timori, te la sei cavata splendidamente con la parte «porteña» del libro. Il capitolo dell’asse [Si riferisce al capitolo 41 di Rayuela, in cui Traveler e Oliveira improvvisano con delle assi un ponte tra le loro due finestre, e si prendono gioco di Talita, costretta ad attraversarlo. ndrl’hai tradotto con una fedeltà interiore che mi commuove e mi fa molto felice. Si vede che hai percepito come al di sotto del testo visibile ci fosse un significato più profondo, che nella tua versione non si è perso, anzi.

Volevo dirti una sola cosa importante. La fine del capitolo, in inglese, mi sembra possa rovinarsi se lasci in spagnolo quella filastrocca cantata dai bambini. Non credi che si potrebbe trovare un’equivalenza approssimativa in inglese? La musica di Cavalleria leggera è di Von Supée, ed è molto conosciuta nei concerti popolari; imita un po’ il galoppo di una cavalleria

Do re mi mi mi mi, do re mi mi mi
do re mi mi mi mi, re mi soool fa… la riconosci, vero?

(Altrimenti avvisami, te la canto, la registro e te la mando.) Penso che sia una melodia molto popolare negli Stati Uniti, e sarebbe bene che al tizio glielo mettessero in culo, ma in inglese. Altrimenti, è evidente che si tratta di troppe righe in una lingua inintelligibile per il common reader.

Ascolta, sono molto contento, perché Sara da una parte e J.M. Cohen dall’altra mi dicono che l’edizione inglese di Rayuela sta venendo benissimo, basata sulla tua traduzione. Che meraviglia! Nessuno potrebbe eguagliare il lavoro che stai facendo tu con il mio libro, e ne sono felice anche per ragioni del tutto egoiste, perché una seconda traduzione mi obbligherebbe a tornare su quelle 600 pagine di cui ormai ho davvero abbastanza, come immagino ne avrai anche tu.

Le chipolatas sono una specie di piccole salsicce, ma il modo in cui l’hai tradotto mi sembra vada benissimo.

Il gioco del cimitero: a beauty! Non toccare nulla, è perfetto.

Grazie per avermi consolato sul giudizio di Mr Orville Prescott. Ma se sapesse comment je m’en fous, sia degli elogi che delle critiche. Non mi cambia assolutamente nulla. L’unica cosa che mi preme è l’opinione di alcune persone, e non sono quasi mai i critici che scrivono a cottimo sulle riviste. So.

Non ho in programma di fare un viaggio a Copenaghen, ma se mi tocca andarci per qualche lavoro da freelance cercherò Brew Moore. Ho conosciuto a Parigi Lalo Schiffrin, un argentino che ha voluto incontrarmi perché aveva letto «Il persecutore», un mio racconto in cui si parla di Bird, e ne era entusiasta. Siamo diventati grandi amici.

A presto, Greg, un forte abbraccio dal tuo
Julio

 

A Gregory Rabassa
Parigi, 9 aprile 1974

Julio Cortázar a Gregory RabassaMio caro Greg,
la notizia che tradurrai il mio Manuelito è di quelle che
mi riconciliano con la vita e dintorni. Ora che è un fatto confermato, posso confessarti che ho avuto molta paura. Non perché altri traduttori non siano bravi né nulla del genere, ma è che con te io mi muovo in un terreno fraterno e immediato, so che mi capisci in modo ammirevole e che «filtro» in inglese senza sforzi, come se avessi scritto direttamente in quella lingua e non nel mio creolo rioplatense; puoi immaginare, quindi, la gioia che mi dai.

Contrariamente a ciò che mi sembra ti aspetti, credo che il libro non ti darà troppi problemi. Quando la mia traduttrice francese si è messa a lottare con Manuel, era molto preoccupata, ma sono bastate una o due sessioni di lavoro insieme perché tutti i problemi si risolvessero. By the way, la versione francese uscirà tra due mesi al massimo, e se vuoi te ne mando una copia; non ne avrai bisogno in modo diretto, lo so, ma può essere sempre un punto di riferimento perché tu veda come sono stati risolti alcuni problemi concreti. D’altra parte, non devi far altro che procedere come nei casi precedenti e mandarmi domande, io ti risponderò as soon as possible e vedrai che ne uscirà una versione della madonna come dicono nel caimancito del Caribe.

Oh sì, il tuo racconto sulla morte di Odría mi ha lasciato pensieroso; sembrerebbe che la tua macchina svizzera abbia raggi laser ben diretti. Non ne avresti uno speciale per Pinochet? L’altra notte mi sono svegliato di colpo e ho visto una specie di poesia, fa più o meno così:

Se io fossi una donna cilena
e mi nascesse un figlio
piuttosto di chiamarlo Augusto
lo chiamerei Figlio di Puttana,
senza contare che se lo chiamassi Augusto
sarebbero gli altri a chiamarlo Figlio di Puttana.

E dopo cotanta geniale improvvisazione, mi sono riaddormentato sommamente soddisfatto.

Non mi stranisce ciò che mi dici di Paradiso: i lettori e i critici sono in generale molto prigri, non fanno lo sforzo intellettuale ed estetico che un libro del genere richiede. Tu credi che ci sia molta gente che apprezza i racconti più difficili di John Barth, per esempio? Ne dubito, in ogni caso qui ancora non ne ho incontrato nessuno. Ascolta, il Grasso Cosmico [José Lezama Lima, ndr] deve essere felicissimo che tu l’abbia tradotto, glielo dirò non appena gli scrivo. Un amico è andato a fargli visita un giorno in cui stavano trivellando la strada con dei martelli pneumatici e Lezama aveva un terribile attacco d’asma. Quando il mio amico gli ha chiesto: «Come sta, maestro?», gli ha risposto: «Be’ eccomi qui, con il mio gilet mozartiano in piena apocalisse wagneriana». Come vedi, una perfetta frase di Paradiso

Se vedi di nuovo Sara, dalle un bacio da parte mia. E altri baci a Clem e Clara. Che Manuel non ti salti sulla scrivania e non ti metta troppo in disordine i fogli, e un grande abbraccio dal tuo amico
Julio

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